“Cio’ che stabilizza meccanicamente destabilizza funzionalmente.”

Grazie a questa massima, letta in un libro molto interessante sulla fascia diversi anni fa, vorrei farvi ragionare su un quesito molto importante:

  • “Che ruolo dovrebbero avere le macchine per l’aumento della forza che troviamo in sala pesi divenute famose grazie agli allenamenti leggendari di Arnold Schwarzenegger poi di Ronnie Coleman, nell’allenamento dello sportivo amatoriale che si allena 3 volte a settimana per mantenersi attivo e tonico?”

La risposta è semplice: “Nessuno…!”.

Vediamo meglio il perchè

Era di moda fino a qualche anno fa pensare che il corpo fosse una macchina, pertanto coercibile ad allenamenti su linee motorie guidate, che quindi una macchina potesse gestire in autonomia e meglio poiché specifiche per quel settore corporeo.

Negli ultimi anni invece si è scoperto che quelli che erano fino a poco tempo fa intesi come singoli pezzi erano invece facenti parte di un grande integrum, il quale non ragiona secondo singoli distretti ma a seconda di linee motorie che muovono rispettivamente linee cinetiche muscolo scheletriche, dedicate a movimento da fare.

Pertanto, è facile capire che, se forziamo le linee motorie con macchinari, ad esempio se usiamo una macchina multipower per eseguire il nostro squat, il nostro corpo forzerà le normali linee fisiologiche (che sono leggermente diverse per ognuno di ogni in base a conformazione corporea, proporzione degli arti, traumi pregressi etc etc).

E qui ritorniamo al concetto di base: “Cio’ che stabilizza meccanicamente destabilizza funzionalmente.” Condividerai ormai, sulla base di cio’ di cui abbiamo parlato precedentemente, che forzare le nostre linee motorie con macchinari, creano un forzatura delle nostre catene cinetiche muscolari, che nel medio-lungo termine possono così andare incontro ad eventuali traumi ed overuse impropri.

Il functional training invece ha lo scopo di creare dei movimenti che rispettino quelli naturali dell’uomo e quindi ha necessità di un lavoro sviluppato sui tre piani dello spazio: frontale, sagittale e trasversale. Quindi squattare, lanciare, spingere, tirare, saltare, torsioni ecc… sono tutti movimenti che prevedono di spostarci su ogni piano o più piani in modo consecutivo durante ogni fase.

L’allenamento funzionale è una pratica sportiva trasversale grado di rendere un soggetto coordinato, forte, flessibile ed agile. Esso ha un approccio globale e più completo anche se praticato a livelli amatoriali di attività invece come il Body Building, pratica che come abbiamo già detto, al contrario tende a spezzare le aree del corpo e svilupparle singolarmente, dimenticando il concetto di “integrum” che ad oggi la comunità scientifica ha molto rivalutato.

Ma allora perché si usano le macchine in sala pesi?

Resta molto comprensibile ai più che, proprio perchè guidato il movimento, è molto più semplice da eseguire per l’utente base e i vostri istruttori possono così rilassarsi un po’ e gestire più utenti contemporaneamente.

Questo ci fa capire  che per eseguire un gesto non si cercherà di isolare un unico muscolo, ma si utilizzeranno tutto l’insieme di muscoli che servono a eseguire quel dato esercizio.

Dopo questo che ti ho detto già puoi capire l’importanza che ha l’allenamento funzionale nel prevenire gli infortuni articolari in quanto, lavorando su più piani e mettendo in moto in modo simultaneo e consecutivo varie unità motorie (chiamate catene cinetiche), il corpo risulterà più efficiente e sarà in grado di avere un movimento più qualitativo e sarà più flessibile e più stabile  tenendo in salute le articolazioni che saranno meno stressate, più stabili  e più lubrificate.

Spero di essere stato chiaro e di averti chiarito un po’ di dubbi sui pro dell’allenamento funzionale e sui contro di quello con macchinari, dal punto di vista miofasciale.

Luca Squadroni Tepy

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