Abbiamo letto alcuni Regolamenti di gare italiane di CrossFit® con senso critico.

Cosa è emerso? Ci sono dei punti da chiarire?

Fioriscono sempre nuove gare e con esse i vari Regolamenti o Rulebook che troviamo (quasi sempre) sui siti delle competizioni. Questi documenti oltre a regolare, come dice il nome, le gare hanno lo scopo di:

  • chiarire le finalità delle competizioni
  • disciplinare i requisiti richiesti per partecipare
  • normare i diritti e i doveri dei partecipanti e dell’organizzatore e
  • informare gli atleti delle principali date, costi e scadenze della gara.

Ci siamo chiesti se questi documenti sono sempre chiari e se hanno degli aspetti che potrebbero essere migliorati andando a leggerne alcuni a campione tra le moltissime gare presenti nel circuito italiano.

Cosa abbiamo trovato?

La lettura di un Rulebook – overview generale

Scorrendo qualche documento ufficiale di gare italiane più o meno note, troviamo alcuni Regolamenti scritti in modo chiaro con informazioni tutto sommato complete. Ma non sempre sono tutti ugualmente fruibili e privi di parti che possono risultare poco chiare e in alcuni casi fuorvianti o ridondanti. Si rilevano casi in cui è evidente il copia incolla di paragrafi o di interi capitoli tra varie versioni senza una formattazione univoca e con ripetizioni di concetti che rendono la lettura talvolta confusionaria.

Continuando la nostra lettura a campione, ci accorgiamo ad esempio che in un regolamento ufficiale di una nota gara estiva (le cui iscrizioni sono già ad oggi partite) non viene menzionato il luogo preciso dove si svolgerà la manifestazione e non vengono esplicitati i prezzi che un atleta deve sostenere per l’iscrizione alle qualifiche e per l’eventuale live. “Dettagli”, questi, non proprio di secondo piano per chi deve decidere a quale gara iscriversi.

Oppure è spesso prassi inserire clausole sulla concessione di wild cards dove l’organizzazione si riserva in piena autonomia ed assoluta discrezionalità il diritto di invitare partecipanti o altro atleta la cui presenza possa dare lustro e valore sportivo alla competizione, senza chiarire (alcune gare lo chiariscono altre no) come e se incide sul numero degli slot disponibili per gli iscritti paganti.

Entriamo ora nel merito di tre macro casistiche potenzialmente da migliorare/chiarire secondo il nostro personale punto di vista fornendo qualche esempio concreto che abbiamo rilevato.

Certificato medico, sì ma quale?

Una delle cose che notiamo è la difformità sulle richieste relative ai certificati medici obbligatori per tutte le gare senza dei quali non è possibile completare il check in per accedere ai LIVE. La difformità risiede sulla tipologia del certificato richiesto: medico sportivo o agonistico?

Senza dovute specifiche all’interno del Regolamento, si ipotizza che sia sufficiente presentare il certificato medico di idoneità sportiva, quello che rilascia anche il dottore di base tipicamente senza un’accurato controllo che possa rilevare seri problemi cardiaci (l’elettrocardiogramma sotto sforzo). Viceversa spesso viene indicato in modo chiaro che si richiede quello agonistico. Facciamo qualche esempio riprendendo qualche stralcio di regolamento.

In alcune gare leggiamo chiaramente la necessità del certificato agonistico. Nel capitolo CONSENSO di questa gara si richiede infatti:

Alcune gare richiedono che il certificato venga trasmesso anche via e-mail oltre al caricamento sulla piattaforma che gestisce gli iscritti:

Per altre competizioni viceversa troviamo quanto segue:

che ipotizza la richiesta di avere indifferentemente il certificato medico normale anche con la presenza della congiunzione “e” al posto di “o”. Potrebbe essere opportuno chiarire.

Oppure ancora in un’altra competizione si legge:

che lascia ancora più generica la richiesta. Continuando con un altro Regolamento:

lasciando ad un’interpretazione personale della richiesta e citando una vaga normativa sanitaria vigente, per poi lasciare, sempre nel medesimo documento, una nota tra parentesi in cui si richiede il certificato senza però specificare in modo chiaro quale di tipologia.

Viene naturale quindi chiedersi quando una gara si può definire agonistica e quando no, se questa scelta sia a discrezione del singolo organizzatore e se non sia opportuno valutare uno standard comune per tutte le competizioni in campo sanitario. Per rispondere a questa domanda ci viene incontro il D.M. 24/04/2013 (Decreto Balduzzi) in cui si definiscono attività sportive non agonistiche quelle praticate dai seguenti soggetti:

..omissis…

a) gli alunni che svolgono attività fisico-sportive organizzate dagli organi scolastici nell’ambito delle attività parascolastiche;

b) coloro che svolgono attività organizzate dal CONI, da società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, che non siano considerati atleti agonisti ai sensi del decreto ministeriale 18 febbraio 1982;

c) coloro che partecipano ai giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale.

…omissis…

Mentre sono considerati agonisti coloro che praticano sport e sono tesserati per società sportive affiliate alla Federazione Nazionale o ad un Ente di Promozione Sportiva (CSI, UISP, ecc.) riconosciuto dal CONI o dal CIP.  Ai sensi del D.M. 18.02.1982 e del D.M. 04.03.1993 gli atleti agonisti devono necessariamente possedere il certificato di idoneità sportiva agonistica.

In ogni modo, che sia chiaro o meno quale certificato medico presentare, un consiglio ce lo sentiamo di dare: fare una visita agonistica accurata soprattutto per chi pratica sport ad alto impatto cardiaco come il CrossFit® male non fa. Non saranno quelle 70-100Euro di visita agonistica a spostare i vostri equilibri economici se prevedete inoltre di gareggiare ogni tanto.


Scenari di eventuale sospensione, interruzione o annullamento della gara

Altro punto su cui varrebbe la pena discutere è quello relativo allimpossibilità di effettuare la competizione, causa forza maggiore.

Cosa succede se non si può effettuare una gara? In realtà possiamo suddividere questa criticità in due macro scenari:

  • evento da annullare/sospendere causa forza maggiore
  • evento fattibile ma con limitazioni/modifiche

In alcuni Regolamenti di gara, troviamo solitamente delle indicazioni in cui si dichiara ad esempio che: Qualora per ragioni di sicurezza della salute fisica dei partecipanti fosse necessario spostare la data dell’evento, sarà cura dell’organizzazione gara ricalendarizzare la competizione alla prima occasione utile. Qualora invece sia possibile svolgere l’evento sottoponendolo però a distanziamenti e contingentamenti di pubblico e atleti, l’organizzazione gara si riserva il diritto di comunicare a mezzo canali media le nuove forme di svolgimento della competizione, nessuna esclusa, compresa la soluzione online. L’organizzazione gara si riserva il diritto di modificare la location o i workout della fase live in funzione delle necessità di svolgimento gara (es. maltempo)

In altri regolamenti poi vengono ancora riportati capitoli dedicati all’emergenza epidemiologica alla luce dei recenti episodi di diffusione del Covid-19. Alcuni organizzatori per precauzione non hanno mai tolto clausole come:

Sempre per quanto riguarda la pandemia, altre competizioni avevano disciplinato nei loro regolamenti 3 scenari sulla falsa riga delle zone bianche, arancioni e rosse che hanno contraddistinto la nostra vita circa tre anni fa. Queste indicazioni le troviamo ancora presenti nei rispettivi Regolamenti.

Seppur rappresentano scenari, speriamo per tutti, ampiamente superati, l’approccio potrebbe risultare utile se rimodulato e adattato anche per altre situazioni, come ad esempio maltempo o cause di forza maggiore che impongono vari livelli di criticità chiarendo così all’utenza finale cosa può succedere in varie casistiche/scenari standard.

Abbiamo visto varie competizioni, tipicamente quelle svolte all’aperto, dover cambiare format o workouts al volo per poter portare a termine la gara al cospetto di altre che, per cause ancora più gravi (es. allerta rossa maltempo) sono state impossibilitate a incominciare. Regolamentare a priori questi aspetti potrebbe essere utile per tutti.

Se nel CrossFit consistency is the key, per un organizzatore di eventi si potrebbe dire contingency is the key.


Standard richiesti per la fase live

Lasciando per ora da parte classifiche e ranking osteggiati da qualcuno e appoggiati da altri, spesso per valutare se iscriverci o meno ad una gara ci si affida – anche – a quanto scritto nel Rulebook (soprattutto se non conosciamo bene lo storico di essa) andando a leggere i requisiti richiesti per ogni categoria. Parametri specifici ed oggettivi, seppur spesso indicativi, che l’organizzatore inserisce ed usa per perimetrare una categoria (Experience, Regular/Intermediate e Elite).

Andiamo a capire i vari approcci utilizzati.

Sostanzialmente possiamo affermare, con un buon grado di approssimazione, che oramai i requisiti atletici che definiscono le varie categorie sono quasi uguali in tutte le competizioni in quanto nella maggior parte dei Rulebook troviamo i riferimenti sul Fran per un Elite o alcune indicazioni di pesistica generale. Ma sono sempre tutti chiari? Sono sempre rispettati? Vediamo alcuni esempi.

Prendiamo un esempio di indicazioni relative alla categoria Elite M da un Rulebook di gara:

Notiamo, al netto dei sopra menzionati ranking su cui per ora non entriamo, che l’organizzatore dà una definizione di atleta Elite e fornisce dei parametri che sono da intendersi indicativi in termini di pesi da gestire e altrettanti score su benchmark a cui fare riferimento per autovalutarsi. In questo caso gli score e i pesi potrebbero essere anche omessi per il fatto che una definizione self explaining viene già data nella prima parte. Difatti non si scende nei dettagli di tutti i movimenti di pesistica; solo qualche indicazione. In questo caso se ci si dovesse trovare a dover gestire workouts con tre o quattro clean&jerk a 110 kg, ci si immagina che non sarebbe la fine del mondo a questi livelli. Sarà pertanto facoltà dell’organizzatore inserirli essendo questi dei parametri appunto indicativi come espressamente precisato.

Vediamo ora un altro esempio ripreso da un altro Regolamento.

Immaginiamo si dia per scontato quanto detto in precedenza seppur, in questo caso, l’organizzatore non specifica chiaramente che questi parametri devono essere letti come un’indicazione di massima e viene riportata una definizione di Elite più generica. Riportare che è richiesto all’atleta di eseguire (in un wod o come RM?) Clean & Jerk ad 1,3 del proprio peso è abbastanza generico anche in considerazione delle differenti conformazioni fisiche degli atleti. Si pensi ad un atleta di 90kg che si vuole iscrivere: in questo caso a lui sarebbe richiesto in gara di eseguire/gestire C&J a 117 mentre al suo collega che pesa 75 kg, leggendo il regolamento, sarebbe richiesto lo stesso movimento a 97,5 kg.

Approccio buono se in gara gli atleti venissero suddivisi per categorie di peso. Viceversa non è così, quindi questi parametri, per come scritti, risultano un po’ troppo generici e pronti a potenziali incomprensioni.

Altro caso, sempre legato a questo tema. Riscontriamo una competizione che nella categoria Elite ha inserito nel Rulebook qualche mese fa come requisiti 1RM di Snatch 70/45kg e 1RM di Clean & Jerk 90/75kg senza specificare chiaramente nel regolamento che trattasi di requisiti indicativi. Alcuni atleti, pertanto, si saranno iscritti valutando questi pesi sulla base del proprio RM (1 Ripetizione Massimale) ma poi hanno dovuto affrontare in gara workout con Clean 100kg.

Inserire dei Clean in un wod a 100kg significa che chi si è iscritto partendo dal fatto che il requisito sarebbe stato quello di avere un 1 RM di C&J a 90kg, risulta abbastanza improbabile una gestione realistica in gara di questo peso anche solo per il clean. Differentemente non ci sarebbero state obiezioni di sorta qualora nel Regolamento fosse stato specificato che i pesi in RM inseriti dovevano essere letti come delle indicazioni minime di riferimento per la categoria in questione.

Non da ultimo in un’altra competizione al live nella categoria Experience che dovrebbe essere equiparabile alla categoria scaled degli open come sottolineato nel Rulebook, vengono inseriti nei workouts Pistols Squat e Muscle Ups (non in finale); non proprio in coerenza con quanto riportato nel Regolamento che definisce l’atleta Experience come quello alle prime armi e inesperto. Dal relativo documento:

Rimane sempre valida la clausola ormai consolidata in quasi tutte le competizioni in cui qualora un atleta non possedesse una skill potrà comunque svolgere il workout attraverso l’esercizio scalato corrispondente predisposto dalla organizzazione gara. Il suo score pertanto sarà comunque inferiore a quello di chi ha eseguito anche una sola rep dell’esercizio inizialmente previsto.


Dopo questa miscellanea di punti, osservazioni e puntualizzazioni, prima di inscriverti ad una gara, leggete sempre bene il regolamento e in caso di dubbi chiedete!

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