È notizia di martedì che dal 01/05/2023 il CAP – CrossFit® Affiliate Programming- diventerà gratuito per tutti i box affiliati.

La programmazione, che costava 1.500 dollari l’anno, verrà inclusa nella quota di iscrizione-affiliazione al marchio CrossFit®, senza costi aggiuntivi.

Cos’è la Programmazione CrossFit® (CAP)

Per chi non avesse letto la notizia sui canali ufficiali, si tratta di una programmazione di allenamento pensata e realizzata dai Seminar Staff (ovvero i team CrossFit® HQ che nei vari Paesi curano la formazione dei nostri coach) considerati migliori al mondo secondo i criteri dell’azienda. Iniziativa capitanata niente di meno che da Austin Malleolo.

Ne avevamo parlato proprio nel magazine in seguito alla presentazione ufficiale all’Affiliate Summit di Rimini del 2021 quando il team di CrossFit® Italia presentava la novità a tutti gli affiliati italiani.

Rileggi qui l’articolo per approfondire.

Sarà disponibile su varie piattaforme come Trainheroic, Btwb, Wodify, SugarWod, BoxMate

Esemplificativo del CAP

Cosa cambia ora?

Questa notizia ha immediatamente portato a galla una serie di domande che tutti noi appassionati ci siamo sicuramente fatti qualche volta:

  1. Quanto è importante la programmazione nei risultati che ottiene un utente?
  2. Ha senso che un box segua una programmazione preconfezionata o sarebbe meglio che ogni coach la scrivesse in autonomia in base al livello del proprio box?
  3. Ha senso una programmazione di allenamento CrossFit® identica a tutti?

Premettendo che chi scrive è un utente e non ha studiato nulla di inerente all’argomento, ma si basa solo sulla sua esperienza di anni di CrossFit® e di tantissime ore spese parlando con professionisti del settore, e sottolineando che in questo caso specifico parliamo solo di gestione delle classi (non di programmazione individuale per atleti), abbiamo provato a rispondere a questi tre quesiti, argomentandoli. Ovviamente, ci auguriamo che siano spunti di riflessione e discussione per ognuno di voi e, come sempre, ogni opinione, punto di vista o approfondimento è gradito.

Partiamo dalla prima domanda, la più generica

1. Quanto è importante la programmazione nei risultati che ottiene un utente?

Un utente medio del CrossFit®, senza ambizioni da atleta né tempo da dedicare oltre le 3/4 ore settimanali, approccia questo sport con l’obiettivo di ottenere il miglior fisico possibile compatibilmente al proprio stile di vita.

C’è chi vuole dimagrire, chi vuole diventare più “grosso”, chi semplicemente non ha tempo per altro ma non vuole diventare un tutt’uno con il divano.

Questo soggetto di solito trova nel CrossFit® la propria svolta proprio grazie a un aspetto fondamentale della definizione stessa che Glassman ci ha regalato all’atto della fondazione: “costantemente variato”. In questa locuzione si nasconde il grande successo, perché chi va al box sa perfettamente che non si annoierà, troverà sempre nuovi stimoli e per questo non smetterà mai di sorprendersi, mettersi alla prova, vincere, perdere, riuscire, fallire, in definitiva divertirsi.

Proprio per questo, riteniamo che il fatto che le classi seguano una programmazione sia fondamentale per far sì che nessuno si stufi mai e tutti possano continuare a crescere e migliorare. Non crediamo di aver detto, con questo, nulla di rivoluzionario, ma era comunque una premessa necessaria considerando il fatto che sul mercato ci sono programmazioni italiane ed estere validissime.

2. Ha senso che un box segua una programmazione preconfezionata o sarebbe meglio che ogni coach la scrivesse in autonomia in base al livello del proprio box?

La seconda domanda entra già più nel vivo del discorso, e la sua risposta è sicuramente biunivoca.

Da un lato, è chiaro ed evidente che un coach in grado di costruire una programmazione sulla progressione dei propri utenti possa dar loro la migliore soluzione possibile di crescita, permettendo loro di evolvere in modo omogeneo, di sviluppare skills e forza in modo costante, di progredire come sportivi e come gruppo. Chi meglio del coach conosce i propri atleti? Per far questo tipo di percorso è però necessario uno zoccolo duro di iscritti che abbia iniziato dallo stesso punto e più o meno nello stesso momento.

Se questo è possibile in alcuni casi, in molti altri il gruppo del box si forma pescando utenti di esperienza e competenza completamente diversa, con livelli molto disomogenei e quindi difficilmente standardizzabili. In questa situazione, una programmazione valida è una programmazione generalista, che ragioni a prescindere dall’utenza basandosi su un altro pilastro del nostro sport che è la scalabilità e adattabilità.

A questo punto, che sia il coach in prima persona o un team di esperti a scriverla diventa indifferente, con in più il fatto che un coach che scrive in autonomia una programmazione rischia (il che non significa che lo faccia per forza se ben preparato e competente) di finire per prediligere ciò in cui lui è più a suo agio, ciò che sente più proprio, creando in questo modo una successione meno completa rispetto a un team di operatori esperti che condividono i vari punti di vista.

Resta aperta la discussione, ma potremmo riassumere dicendo che la scelta dipende molto dall’utenza che si ha di fronte.

In quest’ottica arriviamo alla terza domanda, ovvero la proposta di programmazione univoca fatta da CrossFit®.

3. Ha senso una programmazione di allenamento CrossFit® identica a tutti?

È infatti chiaro che diventa molto interessante poter avere il tutto in modo di fatto gratuito, e tantissimi box, legittimamente, potrebbero virare su questa soluzione visto che si tratta di una programmazione valida.

  • I vantaggi di questa soluzione sono evidenti soprattutto per chi si trova ad allenarsi in tanti box diversi (come chi sta scrivendo l’articolo) per varie esigenze personali e lavorative. La consapevolezza che c’è un’alta probabilità di trovare ovunque la stessa programmazione renderebbe il percorso molto più stabile e continuo, e se il soggetto in questione stesse, per esempio, preparando una piccola gara, o comunque stesse inseguendo un determinato obiettivo, sarebbe sicuramente agevolato.
  • Al contempo, come possibile svantaggio, l’eccesso di omologazione potrebbe non essere un aspetto troppo amato da owner e coach, che potrebbero desiderare dare qualcosa in più, o comunque ricercare soluzioni ad hoc per i propri iscritti.

Ora, è evidente che non ci sia alcun giudizio in queste riflessioni: ogni box ha sempre la possibilità di scegliere se proseguire in autonomia, se provare il CAP di CrossFit® o se affidarsi ad una programmazione di cui già si fida, e le cose in ogni caso continueranno a funzionare.

È allo stesso tempo chiaro che questa decisione potrebbe cambiare qualcosa e noi di Dummies at the Box, come sempre, siamo qui per farvela vivere in prima persona, dal salotto in cui come sempre ospitiamo tutta la comunità!

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